Caleb Rivers e la donna dalle mille paure!

Era passato a prenderla nel primo pomeriggio con la sua macchina color verde bottiglia, lei aveva appena finito di vestirsi, e, in camicetta scarlatta e jeans a sigaretta, era uscita in strada e salita sulla sua automobile.

Si erano incamminati verso l’aeroporto da mezz’ora ormai, e per mezz’ora lei aveva continuato a tormentarsi l’orlo della camicia con le mani, tesa.

«Se continui così finirai per romperla.» commentò Caleb voltandosi verso la donna vestita di rosso «Vuoi che accenda la radio? Che metta un cd? Sai, magari un po’ di musica potrebbe aiutarti a rilassarti…»

«Non voglio la musica, non voglio rilassarmi.» si limitò a rispondere lei, senza alzare gli occhi dall’orlo della camicia.

«Non devi avere paura.» le disse Caleb appoggiando una mano sulla sua gamba con fare rassicurante.

«Non ne voglio parlare,» rispose lei scrollandosi la sua mano di dosso «ti prego, Cal, non ce la faccio.»

«Stai tremando…» commentò lui.

«Lasciami tremare allora, non provate a confortarmi, a dirmi che non è colpa mia in caso qualcosa sia andato male, perché è una bugia che ho già sentito fin troppe volte e non ho voglia di sentirmela ripetere.»

«Non è colpa tua, Emily ha fatto la sua scelta»

«L’ha fatto per me, ha fatto quella scelta per me. Ero io quella che voleva una famiglia normale, che volevo una vita come quella di te ed Hanna, ma pensavo che sarei stata io a sopportare il peso di quella scelta, non avrei mai voluto che…»

«Il corpo di Emily era più idoneo, lo sai, lo sappiamo tutti, tutti i medici hanno dato lo stesso responso.»

«Doveva essere il mio corpo, il mio. Avrei potuto affrontarlo, sopportarlo, non Emily, lei non lo merita, lei… Non so nemmeno se lei lo voglia!»

«Lei lo vuole, non avrebbe accettato se così non fosse. Lei ti ama, ti ama tantissimo…»

«Sì, e non c’è cosa che non farebbe per me, anche privarsi del proprio corpo…»

«Emily non si priverà di nulla, quello rimarrà sempre il suo corpo. Rimarrà sempre la stessa persona, sempre la stessa Emily, e lo sappiamo entrambi. Ha fatto la sua scelta perché ti ama, è vero, ed ha i tuoi stessi desideri. Vuole una famiglia anche lei, ed una famiglia sarete, te lo giuro. Andrà tutto bene. Lo sappiamo entrambi.»

La guardò negli occhi ed accese la radio. Lei allungò a sua volta la mano sul pulsante e la spense di nuovo.

«Se l’operazione fosse andata male? Come potrei perdonare me stessa del dolore che le avrei causato?»

«Il responso dei medici è ottimo, vi hanno assicurato che sarebbe andato bene…»

«Se almeno fossi stata lì con lei, se avessi potuto accompagnarla, tenerla per mano mentre il dottore le misurava la pressione e le diceva di contare trentatre, se solo avessi…»

«La fondazione stava aprendo i battenti, dovevi restare qui, dovevi occuparti di ogni cosa, nessuno ti fa una colpa per non aver accompagnato Emily, neppure lei…»

«Avrei potuto rimandare, spostare l’inaugurazione fra un mese, fra un anno!»

«No, non avresti potuto, io non te lo avrei mai permesso, Emily non te lo avrebbe mai permesso. Ora smettila di avere paura e prendi un ben respiro. Siamo arrivati.»